Triggertrap arriva alla sua fine con un annuncio pubblicato il 31 gennaio 2017. L’azienda era diventata famosa per i suoi cavi e opzioni per comandare le fotocamere da smartphone, o telecomandi. L’ultimo progetto kickstarter però, nonostante il successo di denaro entrato, ha portato l’azienda al collasso. Che cosa è accaduto?
Spesso e volentieri vediamo aziende che lanciano nuovi prodotti attraverso le piattaforme di crowdfunding. Trovano un prodotto iniziale, crescono, e poi ritornano al crowdfunding per introdurre nuovi prodotti. E’ una normale evoluzione per un’azienda che vuole rimanere competitiva nel mercato.
Ma rimanere competitivi non basta, neanche se le campagne di raccolta fondi vanno bene. Ed è proprio il caso di Triggertrap.
L’Inizio di Triggertrap
Triggertrap è una di quelle compagnie che seguiamo fin quasi dall’inizio. E di cui sono stati scritti molti articoli.
L’azienda inizialmente forniva una serie di cavetti per diverse macchine fotografiche. Il che, grazie ad un’applicazione per iPhone ed Android, permetteva di controllare la fotocamera dai dispositivi smartphone.
Da lì l’azienda inizia una prima campagna kickstarter per la creazione di una mini dispositivo. Il quale appunto, permetteva di gestire varie funzioni della macchina fotografica. La sua prima campagna richiedeva 25.000 dollari, e ne ottenne 77.000.
Tutto bene, tanto che nel mercato iniziarono ad arrivare anche dei concorrenti. Neanche troppo minacciosi.
Il problema sostanziale però, per molte aziende, pare essere il mantenimento del loro business. Creare un nuovo prodotto, solidificare l’azienda, saper gestire i contraccolpi, non esagerare nelle ambizioni.
Insomma, un mix di elementi che molto probabilmente non si possono improvvisare.
L’inizio del Fallimento di Triggertrap
Nel 2013 viene lanciata una nuova campagna kickstarter.
Da una collaborazione con fotografi ed altri professionisti, arriva Redsnap, poi nominato Ada. Un nuovo dispositivo modulare per espandere ancora di più i controlli esterni delle fotocamere.
La campagna ha avuto successo? Altroché, dai 77.000 dollari richiesti, l’azienda ha ottenuto 500.000 dollari in finanziamento.
Si può dire infatti che questo sia stato un grande successo di mercato. E di solito, si ha l’impressione che l’azienda possa andare molto bene quando accolga questo tipo di richiesta ed ingressi economici.
Ed invece, per Triggertrap è stato l’inizio della fine. Pare assurdo, ma è stato proprio così.
Due anni dopo arriva l’annuncio dell’azienda con la dichiarazione che non sarebbe stata in grado di produrre il nuovo dispositivo. La ragione è che aveva sottostimato i costi di produzione e di sviluppo software del nuovo prodotto.

Sottostima dei costi produzione e sviluppo Triggertrap
L’azienda ha quindi ripiegato per un periodo di tempo sullo sviluppo software delle proprie applicazioni, per poi fallire del tutto.
Ed un’altra ragione del fallimento è stata la sottostima degli interessi pagati per i prestiti in denaro iniziali. Il classico passo più lungo della gamba?
Insomma, un errore dietro l’altro, e non da poco. Arrivato probabilmente quando la stessa compagnia voleva fare un salto di qualità. Da un prodotto iniziale più grezzo, a qualcosa di più elevata qualità e performance.
Triggertrap nel 2017
Il CEO Haje Jan Kamps ha dichiarato che Triggertrap è finita e non c’è più modo di andare avanti.
D’altronde non c’erano più soldi per pagare i dipendenti, arrivati fino ad massimo di 15 nel momento di maggiore espansione.
E diventava difficile mantenere anche le applicazioni software attuali per tutti gli utenti. Lo sviluppo software costa, e gli smartphone sono sempre in continuo aggiornamento.
Questo vuol dire che a partire da febbraio 2017 non ci sarà più alcun supporto per aiutare chi avrà problemi con le varie applicazioni iPhone ed Android.
Le stesse rimarranno disponibili, ma non saranno più aggiornate. Il che vuol dire che con il passare del tempo diventeranno obsolete. Così come i cavi acquistati in precedenza.
Per quanto riguarda comunque le applicazioni, l’azienda sta cercando di vedere se c’è qualcuno disponibile a portarle avanti come Open Source.
Tra gli utenti ci sono opinioni contrastanti su quanto accaduto. Tra chi dice che mantenere un’azienda oggigiorno è difficile, e chi dichiara che la stessa non si è sempre comportata molto bene con i suoi clienti, e con il modo di gestire i problemi e l’assistenza. E che questo era solo un primo segnale di ciò che sarebbe accaduto.
Difficile dire dove sta la verità, ma è un’esempio da prendere in considerazione per chiunque si inserisca nel mercato con nuovi prodotti. Può essere semplice a volte trovare il primo prodotto di successo, ma il difficile arriva proprio nella curva di progressione che seguirà negli anni seguenti. Meglio prestarci attenzione per tempo!
Hardware Open Source
[aggiornamento]: alla fine di maggio 2017, l’hardware del Triggertrap è andato Open Source. Più info sul sito diyphotography. In questo modo, chi è capace può costruirselo da sé, e magari anche l’app andrà open source.
Software Open Source
[aggiornamento]: a metà giugno 2017, seguito dal rilascio dell’hardware Open Source, anche il software è stato offerto come Open Source. In un annuncio su Medium è stata data la spiegazione, e spiegato che gli utenti iOS ed Android potranno avere l’opportunità di vedere le loro app aggiornate grazie alla community.