Facebook si è trovata nuovamente sotto la bufera delle critiche di censura da parte della community.
La censura questa volta arriva per la famosa fotografia che ritrae la bambina di 9 anni, simbolo della guerra del Vietnam negli anni ’70.
Nello stesso periodo esplode il caos delle monetizzazioni su Youtube per i video che non rispettano le regole.
Il problema? La difficoltà di selezionare, di avere regole che i social networks riescano a gestire facilmente.
Tutto nasce dalla meritata pensione di Nick Ut, il fotografo della Associated Press e che aveva preso il premio Pulitzer proprio dalla foto incriminata da Facebook.

Espen Egil Hansen, editore capo del quotidiano norvegese Aftenposten
Nell’occasione della sua meritata pensione, lo scrittore norvegese Tom Egeland ha pubblicato nella sua bacheca quella foto che milioni di persone hanno visto.
Un’immagine emblematica della guerra nel Vietnam, scattata l’8 giugno del 1972, e che ha fatto il giro del mondo.
Quella bambina è Kim Phuc, si è salvata, ha poi conosciuto il fotografo che l’ha resa di fatto famosa, e grazie anche a questo ha potuto ricevere molte cure negli anni per riuscire a vivere una vita dignitosa. Oggi ha 53 anni, una forza da leoni, ed un ottimismo da invidiare.

Foto di Nick Ut/Ap Photo. La bambina al centro è Kim Phuc (Phan Thi Kim Phúc)
La Censura di Facebook su Kim Phuc
Quella foto però a Facebook non è piaciuta, oppure sarebbe meglio dire, all’algoritmo, al computer che scannerizza le foto, non è andata giù.
Lo scrittore prima riceve un messaggio di togliere quell’immagine perché viola le regole del social network, e poi senza preavviso, il computer fa che eliminarla direttamente dalla sua bacheca. E lo sospende per ripetute proteste.
Questo ha scatenato le reazioni norvegesi, le quali hanno pubblicato in massa quella foto sul social network, come solito accade in questi casi.
Beh, all’algoritmo non gli importa nulla, e le ha eliminate tutte, compresa quella postata dal primo ministro Erna Solberg.

foto di protesta pubblicate dal primo ministro norvegese Erna Solberg
Hansen, editore di Aftenposten, il più seguito quotidiano norvegese, ha pubblicato una lettera aperta a Mark Zuckerberg sull’accaduto.
La Crisi dei Social Networks
Da qui si può discutere sulla censura oppure no, se Facebook fa il cattivo, se è un servizio gratuito e quindi se non ti va bene non lo usi e via dicendo. I commenti si possono sprecare su queste situazioni, ma in realtà evidenzia una difficoltà reale nella gestione dei social networks.
In questi ultimi anni, il numero di persone iscritte nei social networks è aumentato considerevolmente. Ed è aumentato anche il materiale postato negli stessi.
Se una foto inappropriata viene lasciata, i social networks vengono accusati, se invece una foto che non andava eliminata, come in questo caso, viene fatto, vengono accusati comunque.
Proprio durante la visita a Roma di questo settembre 2016, Mark Zuckerberg, il proprietario e fondatore di Facebook, ha dichiarato che la sua piattaforma è un’azienda Tech, e non di Media. In poche parole lui non si vuole occupare di contenuti. Ma di fatto, come gli viene ricordato, gli gestisce e li veicola!
La Bufera su Youtube
Nello stesso periodo, una crisi la sta avendo anche Youtube, il quale ha aggiornato le sue policy interne.
In realtà, non le ha aggiornate, ma dal 2012 Youtube ha autonomamente deciso di non far arrivare i soldi della pubblicità a quei video che non considerava appropriati, anche politicamente. Ha cominciato a testare l’algoritmo nel 2012, e dal 2015 a renderlo attivo, così si dice.
Solo che fino a qualche giorno fa questo non si sapeva, o qualcuno lo sospettava, o non c’era un meccanismo adeguato di verifica.
Youtube ha deciso di migliorare il servizio mandando le notifiche a tutti i possessori di canali che monetizzano, e fornendogli indicazioni sui vari video che non venivano pagati, o che non lo sono stati per lunghi periodi.

video youtube non pagati perché scambiati per droghe quanto parlano di medicine
Anche qui i commenti e le reazioni si sono sprecate. Anche perché molti video reputati inadatti, erano in realtà adatti. E nella maggior parte di richieste di riconsiderare quei video monetizzabili manualmente, le stesse sono state quasi tutte accettate.
Morale? Una marea di youtubers hanno perso un sacco di soldi perché un algoritmo ha interpretato i loro video inadatti. Altri si chiedono perché alcuni vanno bene ed altri no, e si comincia a vociferare che questi meccanismi servano per distruggere alcuni canali scomodi piuttosto che altri.
Le Decisioni ai Computers
La difficoltà? Il problema è che la marea di fotografie e video caricati ogni giorno è ingestibile. Qui parliamo di centinaia di milioni, se non miliardi di contenuti caricati ogni giorno.
Anche Instagram lotta spesso con questi problemi e si è ritrovata più di una volta nella bufera: il proprietario di Instagram è sempre Facebook.
La soluzione? Lasciare che un algoritmo decida cosa vada bene oppure no, e fare si che le regole valgano per tutti.
Come si fa a decidere se una bambina nuda sia materiale pedopornografico, oppure rappresenti un’immagine storica?
Magari qualcuno potrebbe dire che in questo caso è evidente, ma questo caso è facile da comprendere adesso perché se ne parla, ma ce ne possono essere altri migliaia così ogni giorno.
Da un lato le piattaforme di social networks cercano di trovare sistemi automatici di protezione delle piattaforme, dall’altro la gente chiede maggiore libertà di espressione.
La quantità di immondizia pubblicata è anch’essa molto elevata, e se gli stessi socials non puliscono un po’, in poco tempo possono diventare il bersaglio di chi voglia pubblicare qualsiasi cosa a scapito e danno di molte persone.
Gli youtubers chiedono maggior chiarezza e comprendono i meccanismi che servono a migliorare la piattaforma, gli utenti Facebook, non sono proprio una community, per cui osservano, alcuni imbestialiti altri più comprensivi.
Facebook fa Marcia Indietro
Facebook ha capito l’errore ed ha pubblicato una sua dichiarazione.
mentre riconosciamo che questa foto è iconica, è difficile creare distinzione tra permette la fotografia di un bambino nudo in un caso e non in altri. Noi cerchiamo di trovare il giusto equilibrio permettendo alle persone di esprimere se stesse cercando di mantenere una sicura e rispettosa esperienza per la nostra comunità globale.
Facebook ha anche dichiarato che cercherà di migliorare la sua politica, e che in questo caso reintegrerà questa foto eliminata nelle varie bacheche dove era stata pubblicata. Nei prossimi giorni, mano a mano dovrebbero ricomparire.
Questo esempio è probabile che sarà solo uno dei tanti che mano a mano si verificheranno sempre di più in queste piattaforme. Regole rigide ed algoritmi commetteranno sempre errori di valutazione. Sarà solo una delle prime guerre tra esseri umani e pseudo intelligenze artificiali?
Facebook Aggiorna le Condizioni
[aggiornamento]: dopo 1 mese e mezzo da questa vicenda, Facebook ha deciso di aggiornare le condizioni e non censurare più le foto importanti. Resta da capire come gestirà questa nuova politica, ma è un primo passo verso nuove soluzioni.