Come Usare Instagram per Investire in Arte

Sebbene su Instagram ci siano molti modi di fare business e marketing, tra le ultime notizie Instagram, si scopre che un’importante settore viene a quanto pare dedicato agli investimenti nell’arte, come indica un recente acquisto di Peter Ibsen, e come esso si è velocemente consumato dopo essere stato contattato astutamente dalla galleria d’arte.

Mentre Peter Ibsen navigava su Instagram dalla sua casa di Copenhagen, un’opera artistica del francese Baptiste Caccia rappresentata ad una mostra di Bruxelles attirava la sua attenzione.

Come racconta su BloombergBusiness, lo stesso Ibsen decide di scrivere qualcosa sotto la foto dell’opera, come siamo soliti vedere su tanti commenti: molte bella.

Neanche 10 minuti dopo questo commento, la galleria d’arte che gestiva l’opera decide di chiamarlo, e 30 minuti dopo Ibsen decide di acquistare l’opera.

Mossa intelligente della galleria d’arte, ed una prova in più di come si può guadagnare, od investire nell’arte, usando i social networks ed un po’ d’iniziativa.

Arte macchinine

Instagram, che ormai conta con oltre 300 milioni di utenti, è diventato sempre di più uno strumento commerciale per cercare opere d’arte, ma anche per farle conoscere. Usato sempre di più dagli artisti emergenti per trovare il proprio spazio tra i grandi nomi e riuscire a piazzare le proprie opere in tutto il mondo.

Secondo la relazione del 2015 di Hiscox – 2015 Online Art Trade Report – Facebook ed Instagram sono i due più importanti social networks nel mondo dell’arte, il che vuol dire praticamente un solo proprietario: Facebook.

Tra i loro 519 intervistati, circa il 70% usa instagram per interessi legati all’arte.

Lo stesso Ibsen dichiara:

Tempo fa, non avrei mai potuto trovare il lavoro di Caccia. Non ero a Bruxelles. Non avrei avuto la fortuna di comprarlo

Negli ultimi 3 anni, Ibsen ha comprato almeno 15 opere d’arte attraverso Instagram. Il che è un numero considerevole per una sola persona. E questa opera apparteneva alla galleria Super Dakota, la stessa con la quale aveva comprato un’altra opera in precedenza.

La galleria stessa è abituata a questo tipo di vendite, poiché non è la prima volta che questo accade, ed anzi, usano instagram proprio per il loro business.

Ma ci sono alcune cose che possono cominciare ad essere evidenti, e che forse potrebbero dare qualche indicazione in più di ciò che accade e di ciò che potrebbe accadere nel futuro.

La stessa Balice Hertling, co-proprietaria della galleria d’arte, conferma che le vendite hanno un valore che arriva fino a 40.000€, ed è difficile andare oltre, vendendo opere d’arte di maggiore importanza.

Per chi compra arte, ed ha denaro da spendere, si potrebbe dire che il mercato è sulla fascia medio-bassa. Sempre considerando che lo è per chi ha denaro da spendere in opere artistiche di fama internazionale.

Ma un altro problema più consistente potrebbe uscire alla luce in questo modo di usufruire di opere artistiche: ossia l’interazione visiva tra il mezzo e chi lo consuma.

Lauren Seiden, un’artista rappresentata dalla Denny Gallery di New York, dice in effetti di essere stata contattata da molti collezionisti su instagram ma preferisce dirigerli direttamente a parlare con la galleria.

Arte graffitiIl problema è che il trend instagram può favorire alcune opere piuttosto che altre, per diversi motivi. E’ ovvio che a livello visivo alcune fotografie di opere possono risultare più interessanti che altre se usufruite solo su instagram, o qualsiasi social network simile, e questo può influenzare chi guarda, e chi mette “mi piace”, influenzando a sua volta anche il collezionista od il potenziale compratore.

Questo però va a discapito di opere d’arte più sottili, più ricercate, particolari, e che non necessariamente hanno una visibilità efficace su un social network.

In un altro caso, l’artista indica che i collezionisti guardano le sue opere pubblicate su instagram a cui magari sono interessati, e se vogliono comprarne una piuttosto che un’altra, le comparano sulla base dei “mi piace” che queste hanno collezionato nel pubblico. A tutto discapito di altre opere che potrebbero avere lo stesso valore, se non superiore, ma che nel social rendono meno a livello visivo.

Questo potrebbe però dirigere gli artisti verso un’altro rischio, ossia quello di creare e pubblicare opere che possano attirare di più l’attenzione nei social, in modo da ottenere maggiori “mi piace” e quindi incrementare le vendite, a tutto discapito di altri messaggi che avrebbero potuto costruire con meno pressione dal punto di vista mediatico.

In ogni caso, per chi fa arte oggi, questi mezzi sono un’opportunità in più per farsi conoscere, e per investire, o guadagnare, a seconda degli operatori coinvolti. Ma bisogna cercare di focalizzare meglio ciò che si sta facendo, usando diversi mezzi per promuovere diversi tipi di arte, in modo che qualsiasi settore riesca comunque ad essere rappresentato e raggiungibile dal suo pubblico più appropriato. Giusto?