Come Calcolare le Calorie dei Piatti dalle Foto?

Questa è la stessa domanda che deve essersi posto il ricercatore scientifico Kevin Murphy creatore dell’idea Im2Calories per determinare il numero di calorie utilizzate semplicemente analizzando una singola foto scattata con un qualsiasi dispositivo e senza necessariamente dover avere un’elevata risoluzione.

Se anche voi, come me, vi segnate i cibi e le calorie che consumate per restare all’interno di alcuni parametri, più o meno sensati della vostra dieta, sapete benissimo quanto sia noioso ed a volte complicato dover inserire tutti i cibi all’interno di vari programmi ed applicazioni.

Il ricercatore di Google Kevin Murphy è stato spinto proprio dalla pressione di vari istituti a trovare un sistema che sia facile ed immediato da utilizzare, e che possa riconoscere immediatamente cosa si stia mangiando da una semplice foto scattata al ristorante e magari caricata su Instagram.

Non sarebbe bello poter avere un sistema del genere?

Insalata im2calories

Da qui nasce Im2Calories, un algoritmo intelligente, ora brevettato da Google, che calcola le quantità di calorie che un determinato piatto contiene, semplicemente analizzando l’immagine pixel per pixel, il volume e grandezza dei cibi, indovinando i condimenti e così via.

La tecnologia utilizzata ha già suscitato l’interesse della rete, come potete facilmente immaginare. Ma come fa ad essere accurato?

Infatti, il problema che ora Murphy si appresta ad affrontare è proprio l’accuratezza e la praticità.

Il sistema Im2Calories è intelligente, il che significa che è in grado di imparare da solo e dai suoi errori, e quando non ci riesce chiede aiuto all’utente, il quale può perfezionarne l’analisi e la capacità di riuscita.

L’utente in sé non dovrà più entrare tutti i dati, ma solo indicare quando l’app si sbaglia, con un menu a tendina per indicare se Im2Calories ha confuso ad esempio dei fagioli con dei ceci.

Nella dichiarazione di Murphy ci sono due parametri che si possono considerare interessanti. Se l’applicazione funzionasse anche solo il 30% delle volte, molte persone sarebbero comunque disposte ad utilizzarla, e collezionando più dati dal loro utilizzo l’algoritmo diventerà sempre più intelligente. Ed è ovvio, che questo dato è quello probabilmente già raggiunto dalla tecnologia attuale visto che Google ha deciso di brevettare il meccanismo e cominciare a spargere la voce in giro.

Il secondo parametro è l’approssimazione. L’algoritmo potrebbe calcolare un 20% in meno di calorie rispetto a quelle realmente presenti nei cibi, ma la distanza non è poi tanta, e cominciando a fare una media di una settimana, un mese, un anno, questo parametro può diminuire avvicinandosi sempre di più alla realtà.

E’ difficile immaginare che Im2Calories ce la faccia davvero a compiere un risultato del genere, non credete? Però è anche vero che gli algoritmi intelligenti stanno diventando sempre di più una realtà a cui ci stiamo abituando.

Ed infatti, oltre al classico riconoscimento facciale, abbiamo visto come social network del calibro di Flickr, o EyeEm, od altri, abbiamo integrato degli algoritmi in grado di indovinare tutte le nostre foto, ed ordinarle all’interno di album intelligenti senza ricevere alcuna indicazione. Certo, compiono errori, ma il grosso cominciano ad azzeccarlo.

Sarebbe molto comodo scattare la foto di quello che mangiamo e vedercela tutta vivisezionata all’interno di un’applicazione con tutte le calorie consumate, e gli ingredienti usati. Molto pratico vero?

Beh, forse dovremmo aspettare ancora un po’ ma se la food photography ormai è dappertutto, immaginiamoci una volta che Im2Calories funzionerà davvero in modo efficace, e ci vedremo tutti a fotografare i nostri piatti ogni giorno.

Un mondo un po’ pazzerello, diciamocelo! O no?